Le miniere: un laboratorio naturale di variabilità e ottimizzazione con Laplace e Dantzig
Introduzione: le miniere italiane come laboratorio di variabilità
Le miniere in Italia non sono solo depositi di pietre preziose o minerali, ma veri e propri laboratori viventi dove si incrociano storia geologica, incertezza fisica e necessità di ottimizzazione. Dal Carso al Monte Amiata, le formazioni rocciose, la presenza di fratture e la variabilità di parametri come pressione, umidità e sismicità creano un contesto in cui la statistica e la modellizzazione diventano strumenti indispensabili. Questo ambiente naturale rende le miniere un caso studio ideale per esplorare concetti avanzati come la variabilità calcolata attraverso il teorema centrale del limite di Laplace e l’ottimizzazione vincolata ispirata alle equazioni di Dantzig.
Il ruolo di Laplace: la probabilità come fondamento della previsione incerta
Nel 1810, Pierre-Simon Laplace gettò le basi della statistica moderna con il suo teorema centrale del limite, che stabilisce che la somma di variabili casuali tende a una distribuzione normale, indipendentemente dalla loro distribuzione iniziale. In ambito minerario, questo principio permette di modellare con precisione l’incertezza dei parametri geologici: pressione del terreno, tasso di umidità, grado di fratturazione rocciosa.
Ad esempio, in una galleria sotterranea del Centro Italia sismico, la pressione idrostatica può variare notevolmente; usando distribuzioni normali calibrate su dati storici, gli ingegneri calcolano la probabilità di superamento di soglie critiche, prevenendo rischi di crollo.

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